Questo libro raccoglie le lezioni e gli insegnamenti dei Maestri che hanno come tema l'Assoluto, ampliando così e completando il contenuto dei precedenti volumi. Si intende per Assoluto il "Tutto-Uno", l'Unico-Essere, Dio, nel quale tutto è, in cui tutti siamo: I Maestri del Cerchio ci indicano la via per raggiungere la coscienza dell'identificazione nell'Uno. Luciana Campani Setti ha scelto e qui riunite in ordine logico (e cronologico) le lezioni che al Cerchio sono pervenute su questo fondamentale argomento, rendendolo così accessibile ad ogni lettore. Una parte di tale materiale è totalmente inedita, mentre una seconda parte è già apparsa, frammentata, nei vari libri finora pubblicati. Circa i contenuti di questi volumi, di altissima sostanza, uno dei Maestri ebbe a dire: "Abbiamo raccolto, assieme a voi, delle verità che nessuna scuola di iniziazione ha mai così pubblicamente diffuso... Queste verità debbono dunque essere portate all'attenzione di coloro i quali possono in qualche modo esservi interessati; dalla loro attenzione passeranno alla loro consapevolezza, dalla loro consapevolezza alla coscienza. Fate in modo che la vostra vita sia un tacito e pur eloquente esempio delle verità che conoscete...

Paul Arnold è stato il primo tra gli studiosi "americanisti" a constatare quanto la lingua del Maya fosse simile a quella dei Cinesi. In seguito a questa intuizione, e mediante il confronto tra gli antichi geroglifici cinesi e i segni Maya costituiti per la maggior parte da ideogrammi egli ha potuto decifrare questa scrittura ed interpretare uno dei pochissimi documenti che ci sono giunti. Questo manoscritto di carattere religioso, conservato presso la Biblioteca Nazionale di Parigi è una testimonianza unica del pensiero metafisico maya, assolutamente superiore alle religioni delle altre popolazioni meso-americane. Il culto degli avi, la fede nella ciclica rinascita degli esseri umani, lo stretto legame tra la fecondità umana e quella delle piante sostentatrici, sono elementi straordinariamente vicini alle tradizioni cinesi arcaiche, e testimoniano il contatto tra queste due grandiose civiltà. Paul Arnold partendo dal presupposto che i glifi maya potessero essere interpretati come gli ideogrammi cinesi, che a loro volta vengono anche utilizzati foneticamente per trascrivere i nomi propri, è riuscito a trovare la chiave che gli ha consentito la decifrazione del Codice di Parigi, che ha voluto intitolare Libro dei Morti Maya. Nè la scrittura cinese originale, nè la scrittura maya classica sono puramente pittografiche, ma ricorrono ad un simbolismo spesso molto elaborato. La chiave è ora trovata. Non rimane che continuare.