Pag. 395 Formato: 12 x 19 cm. Anno: 2010 ISBN: 978-88-95120-20-1
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Nell'universo del tantrismo indu lo schivaismo del Kashmir occupa un posto tutto particolare. Sotto l'impulso di maestri notevoli ha sviluppato fra il non e il quattordicesimo secolo, (anche se alcuni suoi testi fondamentali sono ben più antichi), una dottrina metafisica la cui altezza e profondità non hanno nulla da invidiare alla celebre scuola dell'advaita-vedanta fondata da Guadapada e Shankaracharya. Poiché è conosciuto soprattutto attraverso le sue più colorate caricature e anche perché possiede un linguaggio segreto, il tantrismo è sovente non compreso. Qui si presenta non come un viaggio di disorientamento culturale, ma come un chiarimento senza concessioni sulle nostre modalità di pensiero e di azione.
Sbarazzata dal romanticismo sessuale infantile inventato in Occidente, questa tradizione vivente mette in questione la realtà delle nostre sofferenze. Cosa è davvero il tantrismo? Cos'è il desiderio? Cos'è l'amore stesso? Negli incontri affidati a questo libro, dove i dialoghi non appaiono se non per celebrare un profondo ritrovarsi, risuona il sentimento di una libertà per lungo tempo presentita ma sempre allontanata. In realtà, la gioia è più vicina a noi di quanto avremmo mai immaginato.
Eric Baret verso la fine degli anni Sessanta, incontra Jean Klein, autentico ricercatore spirituale, iniziato all’arte dello yoga da maestri del Kashmir e dell’Himalaya. Durante numerosi viaggi in India ha modo di frequentare alcune fra le più alte spiritualità allora viventi, quali Ma Ananda Mayi e Nisargadatta Maharaji. Da allora si consacra allo studio della tradizione non duale, come espressa nella linea dello yoga kashmiro, e condivide le sue scoperte nel corso di incontri in Europa, Stati Uniti e Canada.