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DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Osho
L'immortalità dell'anima
Oscar Mondadori
Pag. 207
Formato: 13 x 18 cm.
Anno: 2009
ISBN: 978-88-04-47325-1


€. 6.80 €. 6.46 (-5%)

"Si diventa liberi da ciò che si è conosciuto. E si trionfa su ciò che abbiamo conosciuto. Sconfitte e fallimenti sono dovuti solo all’ignoranza e all’oscurità. Con la chiarezza, la sconfitta sarebbe impossibile, perché la chiarezza porta la vittoria.

La prima cosa che vorrei dirti sulla morte è questa: non esiste bugia più grande, anche se sembra vera. Non solo: sembra la verità fondamentale della vita, quasi la circondasse da ogni lato. Anche se ce ne dimentichiamo, o la ignoriamo, la morte ci resta comunque accanto; è perfino più prossima della nostra ombra. Addirittura siamo giunti a fondare la nostra vita sulla paura della morte.

La paura della morte ha creato la società, la nazione, la famiglia e gli amici. La paura della morte ci ha spinto a inseguire i soldi e ad ambire posizioni elevate. E la cosa più sorprendente è che anche i templi e gli Dei sono nati per paura della morte. Ci sono persone che, spaventate dalla morte, si inginocchiano a pregare, e si rivolgono a Dio con le mani giunte, levate al cielo. Eppure non c’è nulla di più falso della morte: per questo tutti gli stili di vita creati, dandola per autentica, sono falsi. Come facciamo a conoscere la falsità della morte? Come si può comprendere che non esiste morte alcuna? Finché non lo sappiamo, ne avremo sempre paura; finché non arriveremo a conoscerne la falsità, la nostra vita non sarà mai autentica. Se tremiamo di paura, a causa della morte, non potremo mai vivere. Solo coloro per i quali la paura della morte si è dissolta per sempre possono vivere. Come potrebbe farlo una mente che vacilla perché ha paura? Come si può vivere quando la morte sembra avvicinarsi a ogni istante? Come possiamo vivere?

Per quanto tentiamo di dimenticare la morte, di fatto non la scordiamo mai. Non importa che si costruisca il cimitero fuori città, essa continuerà a mostrare il suo volto. Ogni giorno, da qualche parte, qualcuno muore, e le fondamenta stesse della nostra vita vengono scosse. Ogni volta che vediamo la morte manifestarsi, diventiamo consapevoli della nostra. Quando piangiamo la morte di qualcuno, non lo facciamo solo perché quella persona è deceduta, ma anche perché intuiamo la nostra fine; il dolore e la tristezza non sono dovuti solo alla morte dell’altro, ma anche all’evidenza della nostra morte. In verità, ogni morte è sempre anche la nostra. E se siamo circondati dalla morte, come possiamo vivere? In quel contesto, vivere è impossibile: non possiamo conoscere cosa siano la vita, la sua gioia, la sua bellezza e la sua estasi; né è possibile raggiungere il tempio di Dio, la verità più alta della vita.

I templi e le preghiere creati per paura della morte non sono rivolti a Dio. Solo chi è ricolmo della gioia di vivere raggiunge il tempio di Dio. Il regno di Dio è colmo di gioia e bellezza, ma le campane del suo tempio suonano solo per coloro che sono liberi da ogni tipo di paura.
Questo sembra difficile, perché a noi piace vivere nella paura. Ma delle due, solo una può essere vera. Ricorda, se è vera la vita, allora la morte non può esserlo; e se è la morte a esserlo, la vita non sarà altro che sogno e menzogna: non potrà mai essere vera. Le due cose non possono coesistere, anche se noi ci aggrappiamo a entrambe: noi abbiamo la sensazione di essere vivi e morti allo stesso tempo." Osho

  • Altri libri di Osho
  • Altri libri dell'autore: Osho
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  • Scheda dell'autore: Osho

  • informazioni sull'Autore: Osho
    Osho Osho nasce a Kuchwada, In India Centrale, l'11 dicembre 1931. Fin dalla più tenera età, si pone di fronte alla vita come spirito libero. Insofferente alle regole e alle norme imposte, rifiuta la fede della famiglia, di religione giainista, e sfida sempre e comunque il potere costituito e chi lo rappresenta.

    La sua ricerca della verità raggiunge il suo culmine all'età di ventun anni, il 21 marzo 1953. Quel giorno, Osho vive nel proprio essere la più alta vetta di consapevolezza sperimentabile dall'uomo:l'illuminazione. Descritta in oriente come "l'istante in cui la goccia si fonde nell'oceano, e l'oceano si riversa nella goccia", per noi occidentale è molto arduo avvicinarsi a comprendere questo fenomeno. Osho stesso ne parla come di un'esperienza "orgasmica", assolutamente inaccessibile, per sua stessa natura, alla mente razionale. La goccia che si versa nell'oceano, e si fonde con esso, diventando l'oceano.

    Osho, spinto a voler invitare gli altri esseri umani a quella esperienza di trasformazione, inizia a viaggiare per tutta l'India. Alla fine degli anni Cinquanta arriva a tenere conferenze a platee anche di centomila persone. Termina comunque gli studi nel 1956, laureandosi in filosofia, e prosegue la carriera universitaria come professore al "Sanskrit College" di Rajpur prima, e quindi come rettore della cattedra di filosofia presso l'università di Jabalpur.

    Agli inizi degli anni Sessanta intraprende un lavoro diverso: aiutare altri esseri umani a vivere la stessa esperienza da lui vissuta. E tenta di fare ciò che non può essere fatto, di condividere ciò che non può essere condiviso, di insegnare ciò che non potrà mai , per sua stessa natura, essere insegnato. Dalle folle che ascoltano le sue conferenze emergono i primi discepoli che, paradossalmente, si uniscono a lui proprio sulla base di questa certezza, cioè che l'illuminazione non può essere comunicata. Il bisogno e l'impegno di questi individui va al di là del semplice ascoltare parole di saggezza e ben oltre le futili controversie che queste possono scatenare; essi vogliono intraprendere una ricerca reale, che li porti a conoscere veramente, senza intermediari.

    Per rispondere a questa esigenza, nel 1964 Osho inizia a organizzare Campi di Meditazione durante i quali utilizza delle tecniche in grado di aiutare a cogliere quel "silenzio" in cui la nostra vera natura si manifesta. Consapevole della diversa struttura mentale e psicofisica dell'uomo moderno, Osho ha ideato, negli anni, tecniche di meditazione conformi al tipo di "sonno psicologico" in cui oggi si vive, facendo anche buon uso delle intuizioni della psicoterapia. Nel 1966 egli abbandona la carriera universitaria e alla fine degli anni Sessanta si stabilisce a Bombay, dando vita a un Ashram, o "comunità spirituale", che viene trasferito a Puna (India) il 21 marzo 1974, in occasione del ventunesimo anniversario della sua illuminazione.

    Riconosciuto da quanti vivono intorno a lui come "Maestro di Realtà", dopo un'intensissima esperienza americana, conclusasi tragicamente con il suo arresto e un avvelenamento, scoperto con analisi mediche solo nel 1987, Osho torna proprio in quell'anno all'Ashram di Puna. Qui crea un "laboratorio di crescita", il cui impatto ancor oggi richiama da ogni parte del mondo ricercatori del vero, consapevoli di trovare in questo habitat immerso nella meditazione quello stimolo essenziale per scuotere l'equilibrio interiore e spostare il centro dell'autoidentificazione dell'essere: dal senso di separatezza che generalmente ci contraddistingue, a un senso di profonda appartenenza alla vita.

    Osho ha spiegato che il suo nome deriva dal termine "osheanic" coniato dal filosofo inglese William James, e da lui usato per indicare l'esperienza del "dissolversi nell'oceano dell'esistenza". "Ma osheanic descrive solo l'esperienza" egli ha chiarito. "Come definire colui che fa quell'esperienza della vita ? Per definirlo usiamo il termine Osho." "O" significa profondo rispetto, amore e riconoscenza, come pure indica sincronicità e armonia. "Sho" significa espansione multidimensionale della consapevolezza, e il riversarsi dell'esistenza da ogni direzione.

    Un suono, dunque, con forti eco nella nostra coscienza, più che una figura storica...così Osho ha voluto essere ricordato da quanti traggono ispirazione e alimento dalla sua visione, espressa nelle decine di migliaia di discorsi tenuti nel corso degli anni e pubblicati in centinaia di volumi. L'epigrafe che lui stesso ha dettato per il suo samadhi così recita: "Osho. Mai nato, mai morto, ha solo visitato questo pianeta Terra dall'11 dicembre 1931 al 19 gennaio 1990".

    A Puna, in India, la comunità sorta ispirandosi alla sua visione di un Uomo Nuovo è ancora fiorente; in essa ha sede una "Multiuniversità" che offre corsi e programmi di crescita interiore (www.osho.com). Ma sopratutto, qui è possibile immergersi in un contesto di salute globale che rende chiaro il senso di un nuovo stile di vita fondato sull'armonia, la pace e la quiete interiore. A migliaia tutti gli anni persone provenienti da ogni parte del mondo, trascorrono in questa dimensione periodi più o meno lunghi, riconoscendo l'importanza di un'intima connessione col proprio essere per cogliere e accettare quel nulla e quel vuoto che sono il vero significato dell'esistenza.
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