Nella seconda metà del XIX secolo lo sviluppo industriale dell’Europa e degli Stati Uniti procedeva a grandi passi, alimentato da progressi scientifici e tecnologici con pochi precedenti nella storia recente dell’umanità. Questo sviluppo, sostenuto anche da spietate politiche coloniali, permetteva alla società di evolvere in modi fino ad allora impensati: dava vita a nuove professioni, facilitava la mobilità e i contatti, anche a livello internazionale, per merci, uomini, idee. Il propellente filosofico e ideologico di quest’epoca dominata dalla borghesia, il positivismo, applicava la certezza del metodo scientifico meccanicistico cartesiano a tutte le sfere dell’esistenza. Agli uomini di allora l’universo appariva come un enorme automa, privo di pensiero e sottomesso a leggi deterministiche.
Un simile approccio, molto efficace a livello pratico, tralasciava tuttavia qualsiasi indagine metafisica, relegandola nell’ambito della mera fantasia, sostanzialmente inutile al progresso. Le eterne domande sulla natura e il destino dell’uomo, sulla morte, sul cosmo non meritano però di restare inevase. Forse, proprio per questo motivo, negli stessi anni della formazione di Freud, proliferavano pseudo dottrine esoteriche, confraternite mistiche e movimenti come lo spiritismo. Questo mondo di mezzo era popolato di figure controverse e di ciarlatani che sfruttavano il bisogno di risposte delle persone, talora mettendo in piedi spettacoli deplorevoli come sedute spiritiche fasulle, complete di effetti speciali e trucchi da prestigiatori. Così facendo, questi elementi screditavano alla radice qualsiasi serio tentativo di indagine.
È in questo scenario che emerge la figura di Helena Petrovna Blavatsky o H.P.B. cui i saggi assegnarono il compito di mitigare il materialismo. Dimostrare che i fenomeni spiritici erano fatti, ma che le loro spiegazioni portate avanti dagli spiritisti stessi erano totalmente errate. Grande viaggiatrice, prolifica autrice di testi fondamentali di esoterismo, quali Iside Svelata e La Dottrina Segreta; fondatrice, assieme al Colonnello Olcott, della Società Teosofica (New York, 1875) che aprì filiali in tutto il mondo. La sua opera, imponente per erudizione, dimensioni e qualità, scaturiva dal fatto che le fosse stata dettata telepaticamente da alcuni Mahatma o Maestri di Saggezza.
È facile intuire come, nella società dell’epoca, divisa tra l’entusiasmo per la dimensione occulta e lo scetticismo degli ambienti scientifici, la sua figura suscitasse le reazioni più disparate: era ammirata dagli uni come messaggera di Maestri illuminati, ma ritenuta da altri impostora. Insieme a lei, le figure dei Maestri furono oggetto di numerosi attacchi, volti a negarne l’esistenza e a ridurli a un prodotto della sua fervida immaginazione. Scopo di questo libro è documentare l’esistenza dei Maestri di Saggezza, sottraendoli all’alone di leggenda che li circonda e restituendo loro piena dignità storica.
Gli insegnamenti dei Maestri di Saggezza sono al di sopra di ogni religione e costituiscono ciò che in India si chiama Viswa Dharma, Verità universale (Viswa), e Sanatana Dharma, Saggezza Antica. Essi sono la Gerarchia, dal greco ιερóς αρχή che significa “l’Autorità Divina.”
Negli ultimi 150 anni tra milioni di cosiddetti scritti ispirati quelli che emergono per qualità, affidabilità e veridicità con tante profezie confermate, sono stati solo due, quelli dettati dalla Gerarchia al completo, cioè dall’insieme di tutti i saggi.
La prima fase fu dettata telepaticamente a Helena Blavatsky dal 1875 al 1890, la seconda, nello stesso modo, ad Alice Bailey dal 1919 al 1949. Ne è prevista una terza finale che inizierà a partire dal 2025.
A queste due rivelazioni principali si sono aggiunte quelle individuali e chiarificatrici da parte di singoli membri della Gerarchia che hanno dato il proprio contributo originale. Del Maestro Hilarion tramite Francia La Due e del Maestro Morya per mezzo di Helena Roerich.
Alice Bailey dette nel suo primo libro un diagramma della Gerarchia dei Maestri che guidano dal punto di vista spirituale l’umanità con i loro pseudonimi e, per ognuno di essi aggiunse alcune brevi informazioni sulle loro funzioni, ma senza dire chi fossero. Con questo saggio proverò a far conoscere le vere identità, le biografie di alcuni di questi grandi esseri e parte dei loro insegnamenti. Lo faccio sotto mia precisa responsabilità, consapevole che non tutto ciò che riguarda i Maestri può essere documentato e che occorre avere conoscenze di crittografia per parlarne.
Prima di esporre l’argomento principale, vorrei farmi conoscere. Sono nato nel Marzo del 1942 in una famiglia in cui regnava l’esempio dell’amore e dell’armonia e mai ho assistito a uno screzio tra i miei genitori. Ho goduto quindi di un’adolescenza serena, durante la quale sviluppai un grande amore verso gli animali e la natura.
Tutto questo ebbe fine quando raggiunsi i quattordici anni, per la scomparsa prematura di mio padre a causa di un incidente stradale, a seguito della quale mi ritrovai in grande povertà. Questa svolta inattesa generò in me un profondo senso di inferiorità, ma stimolò anche un intenso bisogno di trovare un senso alla vita. Così ebbe inizio la mia ricerca che cominciò con lo studio a diciotto anni del Raja Yoga di Vivekananda, degli insegnamenti mistici di Ramakrishna e dell’Autobiografia di Yogananda, che mi fecero comprendere la meta della liberazione cui siamo tutti chiamati. Nel 1960 andai a trovare Padre Pio il taumaturgo, che all’epoca era isolato e osteggiato dalla Chiesa. Sapeva essere paterno e passai alcuni giorni con lui, inebriato dall’intenso profumo di gelsomino che emanava dalla sua persona. Mi consideravo ateo e lui, invece di farmi la predica, mi diede la sua benedizione e mi incoraggiò a continuare le mie varie ricerche. Probabilmente la sua benedizione ha facilitato il mio compito in molti modi. La sua beatificazione e santificazione fu poi confermata dal famoso e venerato Papa Wojtyla, che egli conosceva bene e di cui aveva previsto l’elezione al Papato. Va notato che secondo il teosofo protestante e poi Bah’ai, Wellesley Tudor Pole, un discendente dei Tudor, Padre Pio guarì una bambina di sette anni davanti a lui, paralizzata e muta dalla nascita. Lo testimonia in un suo libro. Questo iniziato che sapeva già delle future guerre, nel 1940 inaugurò il BBC Silent Minute for Peace alle nove di sera, approvato da Churchill, e il Chalice Well a Glastonbury.
Lavorando a Ginevra nell’estate del 1964 conobbi gli scritti di H.P.B. e un anno dopo quelli della Bailey e della Roerich. Mi iscrissi alla Società Teosofica a 22 anni, il 26 Febbraio del 1965, e alla Scuola Arcana all’inizio del 1967, dopo aver studiato bene i testi della Bailey.
Nel 1965 incontrai Roberto Assagioli, pioniere della psicologia in Italia, ideatore della Psicosintesi e soprattutto chela (discepolo) del Maestro Koot Hoomi. Lo scelsi come guida nell’esoterismo, ed egli, generoso, mi aiutò senza mai chiedere nulla in cambio. Da allora, fino alla sua morte nel 1974, sostenni le sue iniziative. I rapporti karmici (sanscr. gotra, lignaggio) sono essenziali in campo esoterico e negli anni ho avuto il privilegio di collaborare con persone di grande valore: Mary Bailey, Michal Eastcott, Torkom Saraydarian, Frances Moore e altri. Nei primi anni ’70, a Roma, ebbi l’opportunità di incontrare in casa di amici il filosofo Krishnamurti e di avere con lui un colloquio privato. Amavo moltissimo i suoi scritti ribelli ed egli si dimostrò disponibile al dialogo. Successivamente, ascoltando una sua conferenza a Saanen, in Svizzera, compresi che il cammino da lui proposto era poco pratico e privo di metodo per cui, anche se a malincuore, mi allontanai da lui; scoprii in seguito che il mio giudizio era condiviso anche dal Maestro Inglese e da altri, compresa Helena Roerich.
Nel Settembre 1931 Krishnamurti aveva provato a negare l’esistenza dei Maestri, affermandolo sul Bollettino della Stella, ma fu un errore in quanto l’anno successivo essi testimoniarono la loro presenza e diffusero le loro immagini in un libro di David Anrias, discepolo del Maestro Jupiter. Poco dopo, nel 1932, il Maestro Inglese comunicò in un libro di Cyril Scott, che Krishnamurti, non aveva colto l’occasione che gli si era presentata: “Si è staccato dalla Loggia Bianca e ha ripudiato tutti noi (la Gerarchia)”. Oggi che sta per iniziare la terza fase del loro insegnamento, è necessario ristabilire la fiducia nei loro confronti a dispetto di tutti i tentativi di negare la loro esistenza che renderebbero vana la loro opera, la loro filosofia e tutto l’esoterismo. Cito qui la definizione che ne dà il Maestro D. K.
“L’esoterismo non si occupa di alcun aspetto della forma, ma solo dell’aspetto anima… ed è l’arte di ‘portare giù sulla terra’ quelle energie che emanano da sorgenti superiori e qui ‘fondarle’ o ancorarle… Ogni vera attività esoterica produce luce e illuminazione.”
Come aveva fatto in precedenza Assagioli, avevo ultimato la decennale preparazione meditativa-esoterica della Scuola Arcana di Ginevra e, fin dal 1970, il corso da segretario, indispensabile per aiutare gli studenti dei primi gradi. Colgo l’occasione per tessere le lodi di questa scuola, riedizione in chiave moderna della scuola che Pitagora aveva istituito a Crotone, per la valida formazione meditativa ricevuta. La Scuola è operativa ancora oggi a Londra, Ginevra e a New York e spedisce gratuitamente lezioni in tutte le lingue europee, nel caso si sia disposti a meditare con ritmo giornaliero e con tecniche adatte agli occidentali.
In quel periodo avevo iniziato a insegnare nella scuola media statale, mi ero sposato e avevo avuto due figlie. Dopo essere entrato in contatto con Gerhard A. Jansen (Gerry) e Jan Rijn della Scuola Arcana di Ginevra e aver iniziato una corrispondenza con Mary Bailey, che avrei conosciuto personalmente in seguito per averla accompagnata con la mia macchina da Roma a Firenze, maturai la volontà di ripercorrere gli stessi itinerari tracciati un secolo prima dalla Blavatsky, che consideravo una madre spirituale.
Nel 1978 partii dunque per la Grecia, dove trascorsi due settimane tra gli asceti del Monte Athos. All’inizio dell’anno seguente, invece, mi diressi alla volta dell’India, dove trascorsi due mesi con l’intento di conoscere un’altra spiritualità. Non volevo fare il turista, quindi non portai con me la macchina fotografica e adottai gli abiti del luogo quale semplice pellegrino. Vi tornai altre quattro volte perché ho amato molto questo paese che è fonte di vera spiritualità. Sringeri, Ajmer, Puri, Nilgiri, l’ascesa dei gradini di Ghirnar nel Gujarat, Ghoom, Gangtok, ricordi indimenticabili.
Fui ospitato da vari principi e Raja, soprattutto dal Maharaja del Kashmir, Karan Singh che, magnanimo, mi fece alloggiare gratuitamente per una settimana nel suo bell’albergo di Jammu. Raja Jai Kumar Atal di Jaipur, ambasciatore dell’India in Italia, mi diede alloggio nella sua dependance. Quest’ultimo, assieme a sua moglie, fu persona umile ed eccelso servitore che aiutò migliaia di orfani. Lo conobbi poiché adottai, assieme a mia figlia Eliana sette bambini indiani dell’ottima SOS Children’s Villages of India con cui egli stesso collaborava.
Talvolta però, per necessità, mi capitò di dormire anche sui marciapiedi. Risalendo verso Darjeeling, attraversai foreste tropicali che pulsavano di vita esplosiva ed esuberante. Liane dal diametro di mezzo metro, foglie enormi, alberi giganteschi, fiori grandiosi e coloratissimi, animali e scimmie di tutti i tipi, profumi e richiami di uccelli meravigliosi, come il verso del cuculo gigante himalayano koeli dagli occhi porporini. Natura lussureggiante, rigogliosa, che si rinnovava da secoli senza cure continue! Sentii, col cuore estatico, il vero palpito della Vita!
Spettatore solitario, sbigottito e senza respiro davanti a tanta bellezza, l’espressione “Vita Una” assumeva lì una realtà precisa e tangibile e al confronto i bei boschi italiani mi sembrarono dei deserti. Pochi hanno visto tanta bellezza, e purtroppo, a causa dell’ingente aumento della popolazione e alla continua necessità di legname, questa foresta è quasi sparita! Fui esposto anche a diversi pericoli, dal momento in cui camminando mi resi conto di essere passato vicino a tane di leopardo dal nauseabondo odore felino. Che meraviglia indescrivibile l’esistenza nomade e impossibile descriverla a chi vive nella sicurezza della propria casa!
Una volta, mentre andavo in cerca della caverna del Buddha, vicino a Bodhgaya seguivo un solitario sentiero di campagna. All’improvviso mi trovai bloccato da un canale largo circa sette metri, in cui l’acqua alta quasi un metro scorreva lenta; iniziai a guadarlo, ma giunto a metà, notai due serpenti, alla mia destra e alla mia sinistra, a dieci metri di distanza. Fui sorpreso che essi attraversassero il fiume assieme a me, procedendo rapidi e creando piccole onde deliziose con i loro movimenti a zig zag. Benvenuti fratelli, dove andate di bello? Avevo anche la scorta! Il sentiero dall’altra sponda riprendeva. Tutto era in pace, giusto e perfetto. “Chi è benedetto dalla fiducia non ha bisogno di corazza”.
Fu il mio primo sforzo per conoscere un’altra spiritualità, in ossequio al padre della storia delle religioni Max Muller, il sanscritista, che diceva qualcosa che oggi posso di sicuro confermare: “Chi conosce una sola religione non ne conosce nessuna.”
Riassumendo, negli anni i viaggi sulle orme della Blavatsky mi hanno portato a effettuare indagini di persona, ad avere colloqui con alte personalità spirituali, con yogi, asceti, meditatori e studiosi, sempre proteso nel difficile compito di avvicinarmi alla fonte e alla bellezza spirituale del Dharma. Quanto segue non è dunque il frutto di mere ricerche libresche, nonostante il fulcro della mia attività fosse centrato sulla traduzione e diffusione gratuita di testi esoterici in italiano. Faccio notare che Helena Roerich definì Gesù, il Grande Pellegrino.
Unitamente al mio amico Nicola Fiore, ho tradotto in italiano i tre volumi della Dottrina Segreta di H. P. Blavatsky, in quanto ritenevo inesatta la traduzione precedente. Dopo essere stato ospitato per pochi giorni ad Halcyon, California, al Temple of People, decisi di tradurre i testi dell’Insegnamento del Tempio e di Teogenesi del Maestro Hilarion, i cui volumi mi furono donati da Assagioli e, in seguito, Da Betlemme al Calvario, Il Trattato del Fuoco Cosmico, I Raggi e le Iniziazioni di Alice Bailey e molti testi di Foster Bailey.
Con una équipe di dodici persone abbiamo revisionato la traduzione italiana di tutti i testi della Bailey che nel 2005 ho consegnato, per la prima volta in formato elettronico, a Sarah McKechnie, direttrice del Lucis Trust a New York, la quale dopo un severo controllo li ha approvati. Si tratta dell’edizione attualmente in commercio. Io e lo stesso gruppo di volontari, dopo aver conosciuto Daniel Entin del Centro Agni Yoga di New York, abbiamo revisionato anche tutti i testi dell’Agni Yoga, che ho consegnato in formato elettronico agli amici Sergio Bartoli e Giuseppe Campanella della Comunità di Etica Vivente. I testi, per vari motivi, non sono stati stampati, tuttavia, sono stati inseriti gratuitamente nel sito dell’Istituto Cintamani, in modo da averne una traduzione alternativa. Abbiamo tradotto, inoltre, altri duecento testi, assieme a questo stesso.
Nei primi anni ottanta incontrai per due volte Michal Eastcott a Tunbridge Wells, responsabile del MGNA (Gruppo di Meditazione della Nuova Era) per l’Inghilterra e il Commonwealth. Nel 1988 ebbi l’incarico da Giuseppe Filipponio, (incarico in precedenza a lui assegnato da Roberto Assagioli), di continuare la traduzione in italiano e la diffusione dei primi tre anni di dispense del MGNA e del GCM (Gruppo di Meditazione Creativa), i secondi dieci anni. Fui ospite di Frances Moore, a Ojai, per alcuni giorni, sia per prendere accordi sulle pubblicazioni che per ritirare le dispense che mi mancavano. Iniziò così un lavoro di traduzione e di stampa sotto forma di opuscoli gratuiti, che furono distribuiti a circa duecentocinquanta persone con spedizioni bimensili. Inoltre furono pubblicati on line dieci corsi annuali di meditazione sul sito istitutocintamani.org Nell’Ottobre del 1988 consegnai la traduzione dei primi tre anni del Gruppo di Meditazione della Nuova Era, (lavoro anonimo di Roberto Assagioli) alla Comunità di Etica Vivente, i cui membri non ne erano a conoscenza.
Su insistenza di Torkom Saraydarian, fondai anche un’associazione culturale, l’Istituto Cintamani, il cui sito è sempre servito come strumento di contatto con il pubblico. Vi si trovano tradotti in italiano 200 testi di spiritualità varia. Colgo l’occasione per ringraziare di cuore tutti coloro che hanno collaborato con l’Istituto Cintamani. Anzitutto mia moglie Rosalba e in particolare gli amici Giuseppe Pagliaro e Diego Guglielmi per la loro fraterna disponibilità e continuità nel lavoro di Gruppo, che come diceva Assagioli non va pensato come un sistema solare che dipende da un sole centrale, ma come una costellazione in cui ogni stella grande o piccola irradia in modo indipendente la propria area, malgrado faccia parte nel tutto maggiore.
Ho fatto sempre parte di gruppi spirituali. Posso dire di aver trovato il senso della vita che cercavo in alcune parole a me congeniali e sacre che si trovano nei testi dei Maestri: servizio di gruppo. Il servizio disinteressato, in sanscrito ‘Seva’, deve essere svolto sempre gratuitamente altrimenti, se retribuito, è più giusto chiamarlo lavoro.
Anche nel caso di un movente puro si possono commettere errori nello svolgimento di un compito, ma ciò che è importante per i Maestri non è il risultato o il frutto dell’azione, ma lo sforzo e il coraggio di assumersi le giuste responsabilità. Tutti facciamo degli errori, ma solo lavorando ci correggiamo e impariamo. Perciò ho aspirato soprattutto ad essere un servitore che agisce “Alla Gloria dell’Uno”. La molteplicità è illusione.
Come dice Ramana Maharshi: “È una verità dell’esperienza di tutti che esiste un solo Sé”.
E il Maestro D. K. “La saggezza si riferisce all’unico Sé…”. “Sul piano dell’anima non esiste separazione, non esiste ‘la mia anima e la tua.’ ”
Questa parentesi personale ha lo scopo di far comprendere che l’autore, pur essendo sconosciuto, non è affatto disinformato.