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Info
rilegatura: brossura
formato: 14,5 x 21 cm.
pagine: 144
ISBN: 978-88-6119-009-2
Editore: Il Libraio delle Stelle
Anno di pubblicazione: Settembre 2007
Euro: 13.00
Approfondimenti
Indice dell'opera
Introduzione
Cenni sull'autore
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Elogio della Semplicità

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Lo stato attuale del mondo - e in effetti tutto ciò che è vivente - è ammalato. Se fossi un medico e mi venisse chiesto un consiglio, direi: Create il silenzio! Conducete gli uomini al silenzio!
Sören Kierkegaard


Sublime Silenzio, canta per me e percuoti la conchiglia del mio orecchio, il tuo suono mi conduca a pascoli tranquilli e sii tu la musica che amo sentir
Gerard Manley Hopkins


Il silenzio non è soltanto negativo; non è soltanto la semplice assenza della parola. È un mondo positivo, completo in se stesso.

La grandezza del silenzio è nel semplice fatto di esserci. Esso è: la sua grandezza, la sua genuina esistenza è di essere Il silenzio non ha né inizio né fine: sembra avere origine nel tempo in cui tutto era ancora puro Essere. È come l'Essere increato, eterno.

Quando è presente il silenzio, è come se nulla fosse mai esistito all'infuori del silenzio …. È l'unico fenomeno fondamentale che sia sempre a disposizione dell'uomo … Nessun altro fenomeno fondamentale è altrettanto presente in ogni momento quanto il silenzio.
Max Picard


INTRODUZIONE

Il silenzio ci tocca in molti modi diversi: come qualcosa che offre rifugio e tranquillità, qualcosa capace di metterci in contatto con la nostra profondità interiore che nella confusione della vita quotidiana ci sfugge; come fonte di gioia, di ispirazione per l'arte, la letteratura o la musica, ed anche perché ci riporta al momento presente il quale può essere sperimentato appieno soltanto con la mente libera da ogni preconcetto. Questi incontri con il silenzio possono essere una fonte di una chiarezza stupenda.“Nessun uomo potrà mai far emergere le capacità del proprio intelletto, se, almeno di tanto in tanto, non arricchisce la sua vita con la solitudine,” scriveva Thomas De Quincy.

Ma la solitudine è più che intelletto, è un sostegno terapeutico, un’àncora per la realtà; è una sorgente di immaginazione, visione e comprensione filosofica. Sono innumerevoli i poeti, gli artisti, i filosofi e gli inventori che hanno passato gran parte della loro vita nella solitudine e nel silenzio. Ci sono Newton, Pascal e Wittgenstein. Ci sono Monteverdi, Bach, e i nostri contemporanei Sofia Gubaidulina e Arvo Pärt della cui musica è stato detto: “è fatta del più bel suono dopo il silenzio”.

É vero che apprezzavano il silenzio Buddha meditante sulle sponde del fiume Nairanjana, Gesù nel deserto; il profeta Maometto nelle grotte del Monte Hera, Lao-Tse sulle montagne della Cina. Così pure tanti mistici europei, fra cui Giuliana di Norwich, San Bernardo di Clairvaux, Meister Eckart, San Francesco d’Assisi, per nominarne alcuni. Ed è altrettanto vero di certi pittori europei - Piero della Francesca, Vermeer, Corot, Caspar David Friedrich e Morandi: il loro lavoro è imbevuto del silenzio più profondo. È vero anche dei creatori della bellezza spirituale delle icone ortodosse che riflettono la gloria di Dio e dei suoi Santi.

Il poeta Coleridge diceva che un sentimento profondo era possibile soltanto se accompagnato da un pensiero profondo, ed io aggiungerei: da un grande silenzio. Ma naturalmente il valore della solitudine e del silenzio non è riservato solo ai mistici, agli artisti e ai filosofi; e neppure la vita contemplativa è prerogativa di coloro che sono alla ricerca di Dio.

No, la ricerca della solitudine e della libertà interiore appartiene a tutti quanti cercano la propria verità.

Uno di questi era l’Ammiraglio Byrd che si assunse il lavoro di mantenere da solo una base metereologica avanzata nell'Antartide durante l'inverno 1934. Nel suo diario del 14 aprile scrive:
Fatto la mia passeggiata quotidiana oggi a oltre 35° sotto zero … Mi sono fermato ad ascoltare il silenzio …Il giorno stava morendo, nasceva la notte - ma in una grande pace. Mi trovavo in presenza degli imponderabili processi e delle forze del cosmo, armoniosi nell'assenza di suono. Armonia, ecco che cos'era! Ecco, ciò che usciva dal silenzio era un ritmo delicato, il tono di un accordo perfetto, la musica delle sfere forse. Fu sufficiente afferrarne il ritmo perché io mi sentissi parte di esso. In quell'istante non ebbi alcun dubbio dell'unità dell'uomo con l'universo.

I nostri remoti antenati erano quasi certamente in stretto contatto con quell'armonia del cosmo che l'Ammiraglio Byrd sperimentò nell'Antartide. Come è possibile questo? La ragione è, io credo, che avevano più intimità con la pace della solitudine e con la serenità del silenzio di quanto non abbiamo noi oggi. La nostra cultura attiva, rumorosa rende difficile fare esperienze del genere. E chi è convinto che il successo nelle relazioni intime personali sia la chiave della felicità ignora il valore creativo della solitudine.

Questo libro è per coloro che, come me, amano la solitudine e apprezzano il senso dell'assenza del tempo. È per coloro che vogliono scendere nella profondità della corrente delle loro vite; che cercano di entrare nell'essenza dell'esistenza e sono disposti a liberarsi dai condizionamenti e dalla qualità scadente della vita moderna per raggiungere questa meta.

L'importanza di svuotare la mente è riconosciuta da millenni. Nelle comunità buddiste la meditazione è per milioni di persone uno stile di vita. Nel quarto ed ultimo stadio della propria vita, gli induisti rinunciano a tutti gli attaccamenti mondani per dedicarsi ad una vita di contemplazione, ascetismo ed isolamento. In Giappone la Cerimonia del Tè concede un interludio di quiete ad uno stile di vita normalmente radicata nell'attività. Ma la ricerca di solitudine, tranquillità e amore per la natura non è solo limitata all'Oriente.

Come vedremo, uomini dell'occidente, ad esempio Henry David Thoreau, il pittore Paul Cézanne e il monaco cattolico Thomas Merton sono esempi rari ma pur sempre impressionanti dell'universale desiderio umano di ricercare nuovi modi di essere.

Questi erano uomini eccezionali, ma la maggior parte di noi, in una maniera certo meno sorprendente, sarà pure talvolta in cerca del soccorso del silenzio e della calma nella propria vita. Può essere quando accarezziamo il nostro gatto, quando ci affaccendiamo in giardino, o anche nel pregare, meditare, ascoltare la musica o semplicemente contemplare le onde avanzanti sul mare. Ma queste cose le facciamo perché troviamo che ci ricaricano: proprio come per un campo è bene che sia tenuto a maggese ogni tanto, così anche noi possiamo beneficiare da periodi di riposo indisturbato. Quella parte di noi stessi che aspira a qualcosa di più che vacuità e ricerca superficiale del sensazionale merita il nostro tempo e il nostro rispetto.

Mi auguro che questo libro, il seguito di Elogio della Semplicità - Vivere creativamente nella società dei consumi, incoraggi molti di noi a dare alla solitudine ed alla quiete il dovuto posto d'onore nelle nostre vite.
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