Philip J. Corso, colonnello dell’Intelligence militare statunitense, nel 1961 gestì in totale segretezza i materiali derivati dall’incidente UFO di Roswell. Una storia destinata a restare per sempre nell’ombra se, poco prima di morire, Corso non avesse citato in giudizio l’Esercito USA, confermando in un affidavit la veridicità delle rivelazioni contenute nel suo libro. Vi si leggeva: «Nel 1961 venni in possesso del cosiddetto “Roswell File”. L’archivio conteneva fascicoli inerenti ricerche sul campo, rapporti di autopsia e frammenti tecnologici derivati dallo schianto di un veicolo extraterrestre a Roswell, New Mexico, nel 1947. Ho personalmente letto i documenti autoptici inerenti l’autopsia di una creatura che vidi nel 1947 a Fort Riley, nel Kansas. Tali documenti indicavano che l’autopsia fu eseguita all’Ospedale Walter Reed, un istituto in quel periodo sotto la giurisdizione del citato in giudizio. Il suddetto referto autoptico faceva riferimento all’essere come a una “Entità Biologica Extraterrestre”.»